DA SANTO AD ALCHIMISTA
Il santuario dedicato a San Pio da Pietrelcina, progettato da Renzo Piano e aperto al culto nel 2004, non ha mai suscitato l’apprezzamento dei fedeli.
L’analisi sviluppata dal filologo e saggista Francesco Colafemmina parte dal giudizio critico comune ai tanti pellegrini che ogni anno affollano San Giovanni Rotondo, per porre degli inquietanti interrogativi: è possibile che l’intero complesso del santuario, la sua struttura architettonica, le opere d’arte in esso contenute, siano espressione di un vero e proprio culto massonico? Dietro la Chiesa dedicata a San Pio si cela un intrigo di messaggi esoterici e simbolismi alchemici? Come è stato possibile commissionare ad artisti e atei o agnostici la realizzazione di altari, crocifissi, portali della Chiesa dedicata a Padre Pio?
A questi interrogativi Colafemmina risponde affiancando lo studio dettagliato dell’iconografia e della struttura architettonica del santuario, all’inchiesta giornalistica sui fatti più recenti relativi alla riesumazione e alla conseguente traslazione del corpo di Padre Pio nell’opulenta cripta rivestita d’oro della nuova Chiesa.
Illuminato dal magistero dei Papi sull’arte sacra, ma anche dalle loro strenue condanne delle derive simbolistiche ed esoteriche, il saggio apre uno squarcio di luce sui tanti interrogativi che circondano la nuova dimora delle spoglie di San Pio.
Un racconto impietoso della decadenza delle arti sacre, una indagine sorprendente sulle aderenze fra una parte della chiesa cattolica e la libera muratoria.